Il calcio italiano si trasforma: la nuova riforma cambierà tutto

La Riforma Gravina è finalmente diventata realtà, e con essa il calcio italiano si prepara a entrare in una nuova era di governance e rappresentanza.

Dopo un lungo percorso di confronto e scontri interni, l’assemblea della Figc, riunitasi a Fiumicino, ha approvato la riforma dello Statuto Federale proposta dal presidente federale Gabriele Gravina, con una larga maggioranza che ne ha sancito l’adozione. Un totale di 253 delegati su 283 aventi diritto si sono riuniti per un voto che, articolo per articolo, ha ridisegnato gli assetti di rappresentanza nel Consiglio Federale.

Con un peso elettorale ripensato per tutte le categorie calcistiche, la Serie A ha ottenuto un aumento di rappresentanza, ma non senza frizioni interne: degli otto delegati, ben quattro hanno votato contro, mentre altri dodici si sono astenuti. Questa reazione, in particolare, riflette il disappunto della Serie A, che sperava in una maggiore autonomia.

L’equilibrio nel nuovo Consiglio federale

Una delle questioni centrali della riforma riguarda la rappresentanza in Consiglio federale. Con l’introduzione dell’emendamento Mulè, la Serie A ha visto crescere il proprio numero di consiglieri da 3 a 4, mentre il peso elettorale è passato dal 12% al 18%. Una vittoria parziale per il massimo campionato, che però non ha ottenuto il pieno controllo sul campionato: la vigilanza, infatti, sarà affidata a un’autorità indipendente, mentre la Figc continuerà a mantenere il contro-veto su questioni specifiche legate alla gestione arbitrale e ad aspetti tecnici.

Le leghe calcistiche hanno visto modificare il loro peso in modo eterogeneo: la Serie B ha ottenuto un incremento, passando da 1 a 2 consiglieri, con un peso elettorale che cresce dal 5% al 6%. La Lega Pro, invece, ha subito una riduzione, passando da 2 a 1 consigliere, con il peso elettorale che cala dal 17% al 12%. Le posizioni della Serie D, dell’Associazione Allenatori e dell’Assocalciatori sono invece rimaste invariate, con rispettivi pesi elettorali del 34%, 10% e 20%. L’Associazione Italiana Arbitri è l’unica a perdere un proprio rappresentante, vedendo così azzerato il proprio peso elettorale.

Serie A: un passo avanti, ma non abbastanza

La Serie A ha accolto la riforma con sentimenti contrastanti. Da una parte, l’aumento a 4 consiglieri rappresenta un risultato, ma i grandi club si aspettavano una riforma che avrebbe dato loro un maggior controllo in proporzione al contributo economico che portano al calcio italiano. La crescita dal 12% al 18% di rappresentanza non ha soddisfatto tutti: una parte della Serie A avrebbe preferito un incremento fino a 5 consiglieri, dato che la Serie B è passata da 1 a 2 consiglieri con un miglioramento della propria quota.

La proposta avanzata da Lorenzo Casini mirava a garantire 5 consiglieri alla Serie A e 1 alla Serie B e 1 alla Lega Pro, con possibili configurazioni alternative come un 5-1-2 o un 5-2-1, arrivando addirittura a ipotizzare un aumento a 6 consiglieri per la Serie A se la Serie D avesse ceduto una propria posizione. La richiesta è stata però respinta, e la configurazione attuale ha generato fratture che potrebbero portare a un ricorso nelle prossime settimane. La mancata soddisfazione delle richieste ha così alimentato ulteriori dissapori tra i club, dando vita a un’inedita maggioranza all’interno della Lega di Serie A che potrebbe condurre a nuovi sviluppi.

Le divisioni interne e l’evoluzione del sistema

La votazione della riforma Gravina non ha solo cambiato l’assetto del Consiglio Federale, ma ha evidenziato le profonde spaccature interne alla Lega Serie A. Gli otto club contrari e i dodici astenuti dimostrano che il massimo campionato è ancora lontano dal trovare una linea comune. L’unico articolo ad aver ottenuto pieno consenso è stato quello dedicato al ruolo degli arbitri, approvato con quattro voti favorevoli, evidenziando l’importanza di una gestione trasparente e indipendente del settore arbitrale.

La riforma rappresenta quindi una svolta significativa per il calcio italiano, che si adegua alle esigenze di maggiore rappresentatività e partecipazione. I prossimi mesi saranno cruciali per capire se questa configurazione riuscirà a risolvere le tensioni tra i club di Serie A e le altre componenti calcistiche, portando una stabilità che consentirà al movimento sportivo di affrontare le sfide future con maggiore unità e forza.

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